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Progetto dell'UE si propone di sviluppare un sistema di allarme precoce per i terremoti (Genn.08)

Il progetto SAFER (Seismic Early Warning System for Europe, Sistema di allarme sismico precoce per l'Europa), finanziato dall'UE, si è posto l'obiettivo di mettere a punto gli strumenti necessari a sviluppare un sistema efficace di allarme sismico precoce in Europa.
Il sistema si basa sul fatto che, allo scatenarsi di una scossa sismica, si generano due tipi di onde. Le onde primarie o P viaggiano piuttosto velocemente, a circa sei chilometri al secondo, mentre le onde secondarie o S sono più lente, con una velocità pari a circa 3,5 chilometri al secondo. Sono queste ultime le responsabili di gran parte dei danni.
«Le onde P non sono le più pericolose», ha spiegato il coordinatore del progetto, il professor Jochen Zschau del Centro nazionale tedesco di ricerca per le geoscienze. «Possono essere considerate una sorta di allarme per l'arrivo delle onde secondarie, molto più destabilizzanti.»
A seconda della distanza che intercorre tra l'epicentro del sisma e la città in questione, ci può essere uno scostamento temporale di diversi secondi tra l'arrivo delle onde P e il sopraggiungere delle onde S, più lente. Anche se tale intervallo potrebbe non sembrare lungo, pochi secondi sono sufficienti per disattivare sistemi chiave e prendere provvedimenti per ridurre al minimo i danni. Ad esempio, i semafori che regolano il traffico in ingresso sui ponti potrebbero essere impostati sul rosso, la pressione del gas potrebbe essere spenta, i bambini a scuola avrebbero il tempo di mettersi al riparo sotto i banchi, e i sistemi informatici potrebbero salvare dati cruciali ed essere disconnessi.

L'obiettivo del progetto SAFER consiste nel preparare il terreno a un sistema europeo di allarme sismico precoce, in grado di  rilevare le onde P e generare automaticamente allarmi per innescare la tipologia di risposte appena descritte. Tali sistemi esistono già in altre parti del mondo; a Città del Messico il sistema interrompe persino i programmi radiofonici. Tuttavia, al momento nessuna città europea dispone di un sistema simile, benché l'intera regione del Mediterraneo sia a rischio di terremoti, con una probabilità in aumento da ovest verso est.

Il progetto si concentrerà in particolare su cinque città: Istanbul, Bucarest, Atene, Napoli e Il Cairo. Benché esistano già reti sismiche in queste città, la loro copertura è bassa. Uno degli obiettivi centrali del progetto SAFER consiste nel potenziare la copertura di tali reti creando sensori di allarme collegati alle persone.

In base a tale sistema, le case private e le aziende acquisterebbero dei sensori che verrebbero integrati in una rete, e le imprese potrebbero anche collegarli ai propri sistemi cruciali per assicurarne la disattivazione non appena venissero rilevate le onde P. I partner del progetto sperano di poter predisporre un prototipo di tale sensore prima della fine del progetto.

«Il nostro obiettivo è dotare ogni abitazione di tale strumento», ha dichiarato il professor Zschau al Notiziario CORDIS. I partner del progetto sono anche interessati a quanto accade nel momento immediatamente successivo a una scossa sismica. Contestualmente a un terremoto, una parte del movimento del terreno subisce una variazione a seconda di fattori quali il tipo di suolo, lo spessore dei sedimenti e le frequenze di risonanza. Lo scopo è riuscire a creare, a pochi minuti di distanza dalla scossa, una mappa che mostri i punti in cui il movimento è stato più marcato e i danni sono più gravi. Con queste informazioni, le squadre di soccorso potrebbero organizzare più efficacemente il proprio lavoro a seconda delle priorità.

Il progetto è finanziato dall'area tematica Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi del Sesto programma quadro. è iniziato nel giugno 2006 e si protrarrà fino alla fine del 2008.

(Fonte: Intervista del Notiziario CORDIS al coordinatore del progetto, Prof. Zchau)